Il dono scomodo della consapevolezza
Da quando sto bene, ogni cosa — anche la più semplice — ha un peso diverso. La guarigione non è stata un traguardo, ma una lente nuova con cui guardare la vita. Ho capito che la morte fa paura solo quando è lontana. Quando ti passa accanto, quando diventa reale, allora cambia volto: non è più un nemico, ma una possibilità che impari ad accettare. Non pensavo in termini di sfida o di vittoria. Non dicevo “ce la farò”, né “non può succedere a me”. Semplicemente sapevo che la morte era una delle possibilità. E se fosse arrivata, l’avrei accolta con la consapevolezza di aver vissuto. Non con coraggio eroico, ma con naturalezza. Ogni giorno seguivo le indicazioni dei medici, delle infermiere, del personale che mi stava accanto. Facevo ciò che andava fatto, con disciplina, ma senza la convinzione di “combattere”. Era un vivere essenziale, ridotto all’essenziale: mangiare, dormire, respirare, accettare il dolore quando arrivava e la speranza quando faceva capolino. Giorno dopo giorno, senza...